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Rappresentazione visiva dell'articolo: BCE, Italia, Europa

Autore: Alessandra Bianchi

Data di pubblicazione: 14 aprile 2020

BCE, Italia, Europa

In questa situazione di emergenza da Coronavirus tutti gli Stati sono d'accordo che l’unica strada è quella di aumentare il deficit (entrate - uscite) e quindi aumentare la spesa pubblica.

In questo caso anche il nostro Paese, che non è dei più virtuosi e quindi presenta già un rapporto tra debito e PIL del 135%, ha avuto il sostegno dell’Europa a emettere debito in deficit.

La BCE - Banca Centrale Europea -, attraverso le manovre di politica monetaria, sostanzialmente acquisterà titoli di stato italiani per ben 220 miliardi, cifra assolutamente sufficiente anche con un rapporto di deficit/Pil per quest’anno del 10%, che significherebbe un fabbisogno di circa 170 miliardi.

La BCE con i suoi 220 miliardi ci permetterà anche di poter tranquillamente rinnovare tutte le scadenze che avverranno durante l’anno (quindi rinnovare il vecchio debito pubblico in scadenza) attualmente in mano a privati. Questa possibilità potrà addirittura far scendere i rendimenti e presentare l’Italia in una situazione assolutamente più solida.

Questa circostanza potrebbe cambiare nel medio-lungo termine quando la situazione economica in Europa sarà in ripresa il rischio che si presenterà potrebbe essere l’incremento dell’inflazione e siccome l’Europa ha tra le sue funzioni quella di contenere l’inflazione entro il 2%, potrebbe mettere in campo politiche monetarie inverse a quelle attuali, la vendita dei titoli di stato dei vari paesi per assorbire la liquidità e stabilizzare l’inflazione. Se e quando questo accadesse porterebbe per il nostro Paese la conseguenza opposta a quella dei prossimi mesi, e quindi il nostro debito pubblico tornerebbe in mano ai privati e quindi i nostri rendimenti potrebbero risalire.

Allora perché si parla ancora di Coronabond o Eurobond?
In effetti non sono più essenziali, vista la manovra della BCE, ma sarebbero auspicabili come segnale che l’Europa esiste e che i Paesi membri si muovono insieme.
Ma i paesi del nord Europa non li vogliono, perché?
Perché hanno paura della mutualizzazione dei debiti pubblici del passato dei paesi membri.

E come dargli torto, perché dovrebbero essere emessi titoli europei pagati da tutti i cittadini europei per la somma dei debiti pubblici accumulati casomai per cattiva gestione delle Finanze dei singoli paesi; in effetti, un olandese perché dovrebbe pagare i debiti fatti dagli italiani, lui cosa guadagnerebbe? Mettiamoci nei panni inversi lo troveremmo ingiusto anche noi.

La soluzione potrebbe essere gestire questa operazione eccezionale di crisi esogena pandemica con un'emissione di prestito comune quindi i soldi vengono presi insieme in prestito ed insieme si decide come usarli, in una prima fase per la crisi sanitaria e poi per progetti da definire tutti insieme. In questo modo si tratterebbe solo dei soldi circoscritti a questo maggiore deficit che tutti avranno ed in nessun modo entrerebbe in gioco il debito pregresso di ciascun paese accumulato negli anni da cattive politiche.

Chiaramente in tutto ciò il nostro Paese deve comunque fare i compiti extra per ridurre il debito pubblico e lo potrà fare solo grazie alla crescita economica e quindi con riforme in tutti i settori, pensiamo alla burocrazia e velocemente, altrimenti ogni altra manovra sarà vana e non sarà colpa dell’Europa.

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