
Autore: Alessandra Bianchi
Data di pubblicazione: 20 marzo 2020
Le mie password, la mia storia
La nostra quotidianità è scandita da codici cliente, passwords, pin, puk, spid e chi più ne ha più ne metta.
Iniziamo la mattina quando accendiamo il cellulare ad inserire il primo codice - o l’impronta digitale oppure il riconoscimento facciale - e per tutto il giorno inseriamo numeri in progressione, parliamo al telefono con dischi che ci fanno inserire altri numeri, codici e che se non stiamo attenti si deve ripartire da zero - come nel gioco dell’oca!
Ogni attività che facciamo sia lavorativa che di diletto implica tutto ciò.
Anche semplicemente l’apertura del computer richiede come prima cosa una password, e se io non ci sono o non posso comunicare o non la ricordo come fanno gli altri, i miei familiari, chi ne ha bisogno?
A quanti siti siamo registrati, quante cose gestiamo in maniera automatica, ora abbiamo tempo fermiamoci e scriviamo chi siamo attraverso i nostri codici.
Ora siamo tutti in casa, e mi raccomando rimaniamo a casa!, riepiloghiamo su un foglio tutti questi dati.
Facciamolo fare a tutti nelle nostre case e riponiamo questi fogli tutti insieme in un cassetto, in una plastichina con etichetta “ CREDENZIALI FAMIGLIA”.
Sembra inutile ?
Facciamolo lo stesso, ci aiuterà a fare spazio nella nostra testa, ci creiamo del posto per ricordi più importanti e ci leverà l’ansia da amnesia.
Buon lavoro!
PS: attenzione al carattere maiuscolo o minuscolo
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